| Inizialmente non era che un punto nel cielo. Un uccello in volo, forse un'illusione causata dal fitto e misterioso ramificarsi della selva. Acquistava velocità, crescendo metro dopo metro. Quando la figura fu finalmente riconoscibile concluse il suo percorso, schiantandosi al suolo con violenza inaudita. Un'enorme sfera vorticava in un piccolo cratere formatosi all'impatto, emanando raffiche di vento che squotevano le alte chiome della foresta circoste, lanciando il fogliame in una danza caotica e sfrenata. Nel bel mezzo di quel caos di smeraldo, la perla d'aria cominciò a dissolversi, rivelando poco alla volta un essere dalle fattezze umane. Si accasciò al suolo come se un bastone invisibile a sostegno dei suoi sforzi gli fosse stato bruscamente strappato. Annaspando nell'erba, con dita voraci si aggrappava ad ogni appiglio nel vano tentativo di riassumere la posizione eretta. Arrendendosi a quell'inarrestabile spossatezza si rovesciò sulla schiena e riprese fiato. Guardò in alto, fra il verde e i raggi di una luna lieve poteva scorgere piccoli spicchi di cielo, ammantati di stelle. Una notte meravigliosa, fresca e condita da quell'inconfondibile brusio, la somma di ogni forma di vita, attiva, nonostante l'oscurità, vigile, sempre in movimento. Riprese fiato con respiri profondi e calcolati, cercando fra gli sprazzi della sua memoria una spiegazione agli ultimi avvenimenti. Era appena precipitato dal cielo nel bel mezzo di un bosco, senza comprendere la ragione di una simile sorte non poteva far altro che domandarsi come si sarebbe comportato. Indossava un'armatura logora, sporca di quella che poteva essere cenere, forse pece. Graffi ed escoriazioni erano evidenti su ogni componente, ma non erano un risultato della caduta. Doveva essersi ridotto in quello stato precedentemente, forse in battaglia. Ma un simile scontro non poteva di certo passare come un qualsiasi ricordo...perché non riusciva a rievocare le ultime settimane? Si fece forza e finalmente fu in piedi. Notò con piacere la sua spada penzolare dal fianco. Bellorofonte scintillava come appena temprata, forte del sangue di tanti avversari. Strinse il manico per trarne sicurezza e si avviò nel folto della foresta...
|