| Ennesima notte, ennessimo risveglio, ennesima identicissima uscita a caccia di nutrimento umano. Quando la guerra era in una fase di stasi, diventava incredibilmente noiosa quell’eterna vita, c’era bisogno di più movimento, più godurioso trastullo dell’animo, che tra rivoli di sangue e vite strappate, quel minimo divertimento riusciva a donare al principe. Ad 892 anni quasi ci si stufa pure delle passioni che il corpo consuma in intere giornate rinchiuso nella dimora sua, ad 892 anni quasi l’intera esistenza diventa obsoleta. Ma al di la di insormontabili pensieri, che ancor più noia avrebbero causato alla persona sua, dal mausoleo che l’accesso alla sua dimora teneva nascosto, Nuada, figlio primogenito del patriarca Silverlance, casata caduta per sua stessa mano, uscì a passo lento e cadenzato dalla diurna dimora. Il cielo era ricolmo di stelle, e le nubi poche e solitarie si disperdevano per l’ampio manto celeste ormai scuro, le lapidi intorno a lui come sempre immobili e prive d’ogni vita, davano l’accesso a quel mondo tanto vario e variopinto, dove avrebbe a breve trovato il pasto suo, in una qualche strada, magari poco illuminata, senza troppi disturbi. Una leggera foschia ricopriva il manto erboso, ergendosi fino a quel che del vampiro era il ginocchio, ad ogni passo che lento muoveva, questa si diradava, per poi ricompattarsi dopo il suo passaggio, era un dettaglio irrilevante, ma talvolta sono proprio questi ad attirare l’attenzione, più di quanto non potesse fare una giovane donna, che era seduta, con le gambe ciondolanti dentro una fossa, al cui interno vi era un uomo... evidentemente morto. Quasi si fermò, anzi no, lo fece del tutto, si fermò ad osservarla, li seduta, che si guardava quel tipo... Il principe portò la sua mano destra davanti il volto, il pollice posò sotto lo zigomo, indice medio ed anulare sulla candida fronte, mentre i mignolo ricurvo, faceva premere il suo piccolo polpastrello sul naso del vampiro, e tra se e se, o forse ad alta voce, ebbe un pensiero riguardante la scena che proprio davanti agl’occhi gli si parava.
< ma sarà mai possibile che tutti i soggetti più strani me li debba ritrovare davanti casa? >
Distogliendo la mente da quel pensiero, da quella domanda, che sicuramente senza curarsene troppo aveva anche palesato tramite le parole, il principe tornò a pensare al nutrimento che quella notte non aveva ancora avuto, dunque fece per muovere il passo, che verso Astrid Town l’avrebbe portato.
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