Tanto era il tempo trascorso, anche se al nulla si avvicinava confrontato con l’eternita, da quando due anime vagamente degne di nota erano passate dinnanzi a lui.
Lui che da un eterno termpo e che per altre infinite eternità, non feceva e non avrebbe fatto altro, che star seduto sul suo trono, osservando e designando la fine di anime di qualsiasi tipo, in quest’occasione decise di soffermarsi, per intrattenere una chiacchierata.
Davanti a lui vi erano due anime, che nella vita l’una all’altra si erano legate, e che nella morte, distaccatasi dal corpo la prima anche la seconda, stessa sorte aveva avuto...
E lui, lui le osservò per degli interminabili istanti, come se imbambolato, incantato, come se fosse stato una statua, nessuno dei suoi muscoli si muoveva, nulla attorno a loro si muoveva...
Quel che lui voleva e diceva, in quel luogo diveniva legge e verità se lui non si muoveva nulla si muoveva se lui non parlava, non il più impercettibile rumore si sarebbe udito.
I due l’uno di fianco all’altro erano, come se da invisibili catene sospesi, e legati, ma tanto un’anima tanto leggera era, da non dover neanche subire il gravare del proprio peso, e solo dopo che qualche riflessione per la testa sua era passata, si sbloccò da quella posa di stasi, e con il suo lento movimento, che portò il mento suo sulla mano destra chiusa a pugno, riprese a muoversi anche il cosmo che li circondava.
Di cosmo si trattava perchè se lui su di un trono era seduto, a parte quello e le due anime, non vi era nulla ti veramente tangibile a portata di mano, pareva di trovarsi quasi nello spazio aperto, inghiottiti da un buio che si lacerava solo con la luce delle stelle.
Era incredibile come corpi tanto lontani riuscissero donare tante energia da rendere ben visibili gl’uni, con gl’altri presenti, ma al di la di tali frivolezze, finalmente con voce tanto pacata quanto tonante ruppe il silenzio.
< Salve anima di Maxwell e anima di Agathe... >