ATTO I:Blanche Neige

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view post Posted on 1/7/2009, 14:58
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I was born a loser, but I made myself a winner.-

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MINI QUEST – IL LIBRO INCANTATO


ATTO I: Blanche Neige





image
C'era una volta, tanto tempo fa, in un regno lontano lontano, una giovane coppia di sposi, un re e una regina, che diedero alla vita una bambina bellissima. Labbra rosse come sangue, capelli neri più dell'ebano e una pelle così bianca, da sembrare candida neve. Purtroppo, nel concepimento, la mamma della piccola Blanche Neige morì e così lei rimase sola con il padre ormai vedovo. La bimba non aveva ancora compiuto neanche cinque anni, che ecco che il padre aveva trovato un'altra bellissima moglie, la più bella di tutto il reame, che era quindi diventata la nuova regina. Purtroppo però, questa era molto vanitosa, ma soprattutto era estremamente gelosa della sua bellezza e non voleva assolutamente avere rivali. Per cui, accorgendosi che la sua figliastra, Blanche Neige, sarebbe potuta diventare molto più bella di lei, una volta diventata grande, la vestì di stracci e la costrinse a lavorare come sguattera.
Ed è da qui che comincia la nostra storia.
La custode del libro incantato, la Trickster senza volto, Princesse Miroir, annoiata dalla monotonia della sua prigionia, decide di divertirsi un po' e cattura un gruppetto di persone, con lo scopo di giocarci e di farle impazzire lentamente.
Ed è propria nella fiaba di BiancaNeve e i sette nani che li trasporta, creando un'illusione dopo l'altra per lasciarli soccombere lentamente e nutrirsi della loro disperazione.
Così un gruppo di persone viene catapultato improvvisamente nel libro incantato, senza preavviso ne niente.
Quasi un vortice di un buco nero li avesse risucchiati, portandoli via dalle loro faccende e costringendoli a ritrovarsi in un castello all’apparenza abbandonato.

















Partecipanti: 7
Punti esperienza per mini-enigmi risolti: 20
Punti esperienza per la sconfitta del primo nemico: 210 [da dividere in parti uguali tra i PG partecipanti]
Punti esperienza per la sconfitta del secondo nemico: 420 [da dividere in parti uguali tra i PG]
Punti esperienza per la sconfitta dell'ultimo nemico: 630 [da dividere in parti uguali]


Obiettivi:
-Perlustrare il castello e provare ad uscire.
-Trovare la Regina
-Decidere se stare dalla parte della Regina o di Blanche Neige
-Affrontare il bosco incantato per arrivare alla casa dei sette nani
-Sconfiggere la strega
-Sconfiggere le illusioni create da Princesse Miroir



Annotazioni:
-In questa mini-quest uscire di scena per i vostri PG sarà estremamente facile, per cui attenti alle decisioni che prenderete!
-Non ci saranno dei turni prestabiliti. Ognuno posterà quando vorrà -ovviamente non lasciando passare del tempo eccessivo tra una risposta e l'altra. Una volta che tutti avrete postato, risponderò io e di nuovo, voi potrete postare, non obbligati a seguire lo stesso ordine di prima.








Prologo
La noia fa brutti scherzi






Si annoiava.
La bella e letale Princesse Miroir, si annoiava.
La sua prigionia in quel libro era così lenta e solitaria, che non poteva far altro che creare illusioni di compagnie. Ma la cosa non serviva a placare la sua inesorabile e insopportabile noia.
Si trascinò stanca nella sala del trono del suo immenso castello, appostato sopra le nuvole –un’altra stupenda illusione creata da lei stessa.
Si sedette sul trono e prese tra le mani una sfera di cristallo, che al suo tocco e desiderio si illuminò, lasciando mostrare alcune figure.
Le scrutò attenta: era ora di giocare e di divertirsi.
Sette persone scelse, le stesse sette che stava ormai osservando da quando il libro che la teneva progioniera era finito in quella terra incantata di nome Canterville.
Li aveva studiati e scrutati, scegliendoli tra le varie razze.
Più diversi erano tra loro, più sarebbe stato grande il suo divertimento.
Un vampiro. Un angelo nero. Due umani. Un angelo bianco. Un titano. E una strega.
Nessuno della sua stessa razza, ovviamente.
Chiuse gli occhi, unica strana cosa che la caratterizzava, e si concentrò.
La sfera di cristallo si illuminò e le figure all’interno di essa vennero risucchiate da un vortice nero, qualsiasi cosa stessero facendo.
Una volta che ebbe finito, ripose la sfera su di un cuscinetto e si alzò, avvicinandosi ad una delle ampie finestre. Si affacciò e osservò oltre la coltre di nuove, scagliando una delle sue frecce illusorie.
Alla fine, si trasformò e scese.

I sette mal capitati, si ritrovarono improvvisamente in una stanza buia e polverosa.
Sembrava un’antica biblioteca.
Non c’erano finestre ne lampade e l’unica illuminazione proveniva dalla porta d’ingresso, lasciata socchiusa e che disegnava una striscia di luce sul pavimento umido.
Era una camera circolare, che si sviluppava tutta in altezza, stringendosi quasi soffocante ai lati, tutti circondati da scaffali stracolmi di libri.
Se avessero provato a sfogliarli, li avrebbero trovati tutti irrimediabilmente vuoti. Pagine bianche su pagine bianche.
Dall’alto soffitto, che a malapena si intravedeva e che si chiudeva in una cupola ogivale, pendevano delle catene ormai arruginite da tempo e che cigolavano ogni qual volta che uno spiffero di gelido vento le spingeva.
Un odore acido di chiuso e vecchio completava quello scenario tetro e sconosciuto.






CITAZIONE
Primo Obiettivo: Perlustrare il castello e cercare un modo per uscire da esso.

 
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*Gabriele*
view post Posted on 1/7/2009, 15:36




Logan c’è l’aveva fatta, era riuscito a trovare il covo di alcuni vampiri che da settimane devastavano la città. Finalmente avrebbe riscosso la taglia sulle loro teste, diventando ricco sfondato. Era appena sceso dalla moto, e pregustava già il sapore della battaglia che di li a poco sarebbe avvenuta, con tutto il sangue che ne sarebbe conseguito e la distruzione che avrebbe portato affrontare quattro vampiri abbastanza potenti. Non appena scese dalla moto, si avvicinò alla porta del covo, in prossimità della discarica, e tirò un calcio tremendo per sfondare la porta.

Sfortunatamente però, si ritrovò in testa solo una miriade di libri. In un momento era stato teletrasportato in una stanza buia ma piena zeppa di libri, che per colpa del calcio caddero in testa al paladino, seppellendolo completamente.

Logan ci mise un po’ a tornare in sé e ad accorgersi che non era più a canterville, e perciò si domandò dove fosse finito. Prese un libro che lo seppelliva e lo aprì lentamente, scoprendo solo migliaia e migliaia di pagine bianche, come se i libri stessero ancora aspettando di essere scritti.

Finalmente decise che era il caso di tirarsi fuori da lì, e per sicurezza sguainò gli artigli. Si ritrovò in una stanza circolare, assieme ad altre personalità di Canterville che poco conosceva. Si vedeva che non girava molto, poiché più che altro era impegnato col lavoro per la fazione.
Si alzò dicendo

-Qualcuno ha una vaga idea su dove siamo?-

Si guardava intorno, cercando qualcosa che potesse aiutarlo, ma apparte la porta socchiusa non vide niente altro di utile.
 
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~Mikashi
view post Posted on 1/7/2009, 15:41




Bottega Protezioni Synthesis


Grazie mille...
Buon proseguimento di giornata!
Esclamò Kanda dopo aver venduta un'altra armatura per favorire la difesa degli abitanti di quella città così affollata da creature troppo pericolose;Il paladino si sedette su un piccolo sgabello di legno fatto da lui dove di solito si riposava dopo una giornata di duro lavoro come lo era stata quella.
Non avevo mai avuto così tanto lavoro da fare...credo che mi prenderò un pò di vacanze...
Sorridendo poi scioccamente.D'un tratto però,mentre si asciugava la fronte con un fazzoletto,lo sgabello incominciò a tremare poco e via via sempre più forte fino a far cadere il paladino sul pavimento,ma questo non potè dire niente che subito ebbe la sensazione di essere trascinato verso il basso.
Ma che diavolo....
Fino a quel momento arrivava la sua memoria,da quel momento in poi non ricordava più nulla,solo il nero...non poteva essere semplice magia di un qualche discepolo,andava al di là della potenza magica di quelle creature,era come se una forza esterna a quel mondo lo tirasse verso il basso e Kanda non sapeva ancora spiegarselo.
Quando riprese conoscenza però continuava a vedere tutto nero e ogni tanto sentiva strani rumori metallici come delle catena che sfregavano tra di loro;il paladino continuava a guardarsi intorno un pò intontito finchè non vide un fascio di luce provenire da una porta socchiusa.Da quel fascio di luce si poteva benissimo notare che non era l'unico ad aver avuto quella strana esperienza,Kanda a quel punto sperava solo di non dover rivivere un'esperienza simile a quella passata con Seth,il titano del tuono che gli aveva procurato fin troppe ferite.
*Ma perchè ci vado sempre di mezzo...*
Continuava a chiedersi mentre alzandosi da terra si toccava un pò il sedere che a causa della caduta gli provocava non poco dolore...
 
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~Natsu
view post Posted on 1/7/2009, 16:08




Arena


Sera.
L'arena completamente vuota era appena finito l'ultimo incontro del primo girone,quello che riguardava proprio lui Natsu,aveva vino a tavolino e la cosa lo scocciava molto,aveva faticato a trovare i soldi e le forze per quell'evento e lui non aveva combattuto era furioso,si poteva dire che ormai era una mina vagante un non nulla sarebbe servito a farlo esplodere.
Sapendo ciò natsu continuava il suo lavoro,cercando di restare calmo onde evitare di dar fuoco a l'intera struttura,con grande impegno stava lavorando per il secondo turno del girone,doveva vedere chi erano gli avversari e trovare dei luoghi neutri per entrambi,luoghi che non favorissero nessuno in particolare ma che al tempo stesso potessero favorire il miglior guerriero;era immerso nelle proprie progettazioni quando sentì quella strana sensazione che ormai da tempo lo perseguitava,gli sembrava di essere osservato,aveva questa strana e allo stesso tempo fastidiosa sensazione che qualcuno lo spiasse,adesso ormai vi era abituato e ci faceva poco caso,continuando il suo lavoro imperterrito quando improvvisamente la scrivania iniziò a tremare,la china con cui stava rifinendo i suoi progetti per i campi si versò su quest'ultimi rendendo tutto il suo lavoro di quella mezza giornata vano,altra rabbia che prima o poi sarebbe esplosa,si sentì lentamente sprofondare nella sedia e mentre inizialmente pensò che inconsciamente data la rabbia la stessa fondendo,si rese subito conto che la spiegazione era un altra,difatti tuttò di un colpo divenne tutto buio e cadde violentemente al suolo sbattendo con la schiena contro la pietra,tirò un calcio per rabbia e dei libri gli finirono addosso.
Silenzio,per qualche secondo ci fu silenzio Natsu era immobile sotto quei libri apparentemente fermo e calmo ma per chi lo conosceva anche se poco,sapeva che non era altro che la calma prima della tempesta,gli occhi si fecero di un rosso più vivo i due tatuaggi che aveva iniziarono a brillare prepotentemente,la stanza divenne velocemente molto più calda,in poco meno di qualche secondo sembrava di essere in un forno,si alzò mentre la mano destra prese fuoco creando una luce quasi abbagliante in quelle pesanti tenebre
CITAZIONE
-Qualcuno ha una vaga idea su dove siamo?-

Natsu puntò la mano su un lato della stanza,quello simmetricamente opposto alla porta
Sinceramente non lo so e non mi interessa,visto che tra poco questo posto non sarà altro che polvere
disse Natsu mentre un ghigno comparve sul suo viso,doveva essere li quell'essere che lo spiava doveva essere da qualche parte in quel castello o nei dintorni lo sentiva,lo sapeva,qualche attimo dopo una palla di fuoco partì a tutta velocità contro l'ultimo scaffala di quella che sembrava essere la biblioteca di un castello,un vecchio,antico e deserto castello.
Da lì a poco le fiamme sarebbero divampate "mangiando" la carta e il legno presente in abbondanza distruggendo completamente quella stanza
*e con questo siamo pare per il mio lavoro*
pensò natsu mentre come nulla fosse si avvicinò alla porta e con un calcio la scardinò facendola volare via di qualche metro
 
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view post Posted on 1/7/2009, 16:52

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Rimase qualche istante immobile, ad osservare la donna che piangeva dinanzi ai suoi occhi: era piuttosto giovane, sulla quarantina, e il suo volto era trasfigurato dallo strazio.
Per Settembre non fu difficile assumere un'espressione contrita per quanto sino pochi istanti prima, quando aveva sentito la signora Dundy suonare alla sua porta, fosse stata assolutamente raggiante.
La vedova Dundy non si sforzava di celare il suo dolore mentre raccontava tra un singulto e un lamento la triste sorte del giovane marito, trovato morto in un vicolo il giorno precedente.
Settembre non si sforzò di far notare alla giovane vedova che il suo compito era soltanto quello di mettere terra sul corpo privo di vita del suo adorato marito, e non quello di ascoltare i patetici lamenti di una donna insulsa: si limitò ad ascoltarla, inframezzando il suo piagnisteo con qualche luogo comune che le avrebbe sicuramente fatto credere che lei la capiva e condivideva il suo dolore.
Quella falsa gentilezza, lo sapeva bene, sarebbe stata pienamente ricompensata.
-Era un uomo così buono, un marito gentile, un padre eccezionale! Oh meschini! Luisa e Renato cresceranno orfani! E io vedova! Buon Dio! Perchè questo dolore? Perchè? Scusate, cara, non dovrei tormentarvi con il mio strazio, voi siete così giovane e felice! Eppure il vostro lavoro è così pieno di dolore e tristezza! Povera cara, chissà quante donne in lacrime dovete vedere ogni giorno... E quelle povere donne! vedove, o orfane! Come me! Come i miei figli! Oh! Poveri figli! Nati da questo ventre, cresciuti da queste mani e ora orfani!
Quella donna sarebbe stata disposta a tutto pur di dare degna sepoltura al marito. Nessuno contratterebbe mai sul prezzo della bara di un proprio caro.
E così fu.
Vendette il suo lavoro ad un prezzo quattro volte maggiore rispetto agli standard, e la donna se ne andò ringraziandola per la comprensione.
Trascinò il cadavere di quel sempliciotto nella camera mortuaria e si decise a prelevare tutto ciò che le sarebbe potuto servire.
Un vorticare. Magia.
Accadde tutto troppo velocemente.
Settembre fece appena in tempo a rendersi conto che qualcosa di magico stava accadendo e che non dipendeva da lei prima di perdere i sensi: quando avrebbe riaperto gli occhi non avrebbe saputo dire con esattezza quanto tempo era trascorso.

La prima sensazione fu un odore familiare: libri antichi.
Il sangue iniziò a pulsarle nelle vene mentre nella sua mente gli ultimi ricordi confusi si assemblavano sino a farle capire quello che era successo: era stata teletrasportata in un luogo sconosciuto, da una forza sconosciuta per un motivo sconosciuto.
Ad occhi chiusi si concentrò sulle poche sensazioni che riusciva a percepire: l'odore di carta stampata, la superficie liscia e fredda sulla quale era deposta e...
CITAZIONE
-Qualcuno ha una vaga idea su dove siamo?-

Una voce: non era sola.
Era prudente aprire gli occhi e rivelarsi? Non poteva dirlo con certezza ma fingersi morta non le sembrava un'idea più brillante.
Non appena le sue palpebre si furono sollevate si rese conto del buio. Le ci vollero numerosi istanti per abituare gli occhi alla mancanza di luce ma non appena riuscì ad intravedere qualcosa si voltò nella direzione della voce, incontrando lo sguardo di un uomo non particolarmente alto: era stato lui a parlare e , a giudicare dalle sue parole, non era molto più informato di lei.
Non disse una sola parola facendo scorrere lo sguardo lungo la stanza.
Era una biblioteca, enorme e carica di volumi dall'aspetto raro e prezioso: i suoi occhi furono catturati dalle copertina rilegate degli spessi volumi quasi da farle perdere la consapevolezza di non essere sola nella stanza.
Solo dopo alcuni istanti si soffermò a guardare le persone che la circondavano: nessuna di loro sembrava essere più al corrente di lei di quello che era successo.
Settembre non era una di quelle persone che giungono alle conclusioni prima di aver esaminato i fatti ma quella volta non riuscì a scacciare dalla mente la sensazione che tutte quelle persone, in quel momento, erano proprio come lei e come il ragazzo che aveva parlato: del tutto ignare di cosa le avesse trasportate lì e del perché.
Si mosse a passi veloci verso uno di quegli scaffali

- Possiate perdonarmi la maleducazione se salto le presentazioni, ma immagino che anche voi non abbiate idea di cosa sia successo. Non so chi siete, e dubito che anche uno solo di voi possa riuscirmi simpatico fuori da queste mura ma... dovremo sopportarci- spero per il meno tempo possibile e sono convinta che voi sperate altrettanto quindi...beh... vedo se riesco a trovare una planimetria di questo posto, se nessuno è contrario.
Le sue parole erano state molto pratiche e dirette, un modo di parlare molto diverso da quello che era solita adottare: non doveva incantare nessuno, non questa volta.
Avrebbe giocato a carte scoperte, almeno per il momento.
Si mosse verso uno egli scaffali e prese tra le mani uno dei libri.
Lo aprì con fredda tranquillità e, pochi istanti dopo, lo richiuse, prendendone un altro.
E un altro. E un altro ancora.
Quando chiuse il terzo libro la sua espressione era una maschera di orrore.
Erano tutti vuoti.
CITAZIONE
Sinceramente non lo so e non mi interessa,visto che tra poco questo posto non sarà altro che polvere

Pochi istanti dopo vide il fuoco e si voltò di scatto verso uno dei compagni di viaggio. Non fece in tempo a parlare che le fiamme divamparono.
Senza fermarsi a guardare i libri che andavano in fumo uscì dalla biblioteca, seguendo quel pazzo piromane-


Edited by *Ametista* - 1/7/2009, 18:13
 
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~ Chreamisis
view post Posted on 1/7/2009, 17:13




Il fastidio era evidente, quando Michael prese la spada dal bancone, furioso per il ritardo nella consegna. I solchi sul bancone e le schegge scaturite dal violento e per nulla delicato atto del brandire la spada ora incantata erano ben visibili. Ma sinceramente, al Masnadiere, non poteva dispiacere di meno. La spada compì una rotazione nella sua mano, un cerchio del diametro di un metro. Un disco lunare, si sarebbe potuto dire. Ciò che invece lo colpì fu il rumore che la lama produsse insieme al sibilo del metallo, quando provò a riversare la magia nera all'interno della spada. Era come se qualcosa allo stesso tempo producesse un rumore sovrumano. Niente che Michael mai avesse udito. Un suono che veniva intensificato insieme ai movimenti più rapidi e violenti che faceva compiere alla lama facendola saettare in fendenti concatenati nel negozio, fingendo di colpire avversari invisibili.
Non era qualcosa che gli dava fastidio, comunque, il suono. Anzi, se serviva a infastidire l'avversario o comunque a fargli ghiacciare il sangue nelle vene, andava più che bene.
Rinfoderò la spada con lentezza esasperante, soddisfatto finalmente della propria arma. Prima che la mano si staccasse dall'elsa, la realtà attorno a lui si accartocciò e venne risucchiata in un gorgo nero come la pece. Lui con l'ombra e la notte ci conviveva, eppure il freddo e la sensazione di distacco dal mondo lo resero in quel momento molto a disagio. Le ultime cose che pensò furono risucchiate pure esse nel gorgo nero che ora si estendeva sul mondo intero agli occhi del Masnadiere, e questi perse i sensi volgendo lo sguardo al soffitto che pareva essere stato incenerito.
Incenerito-cenere-fiamma-fuoco-incendio
Incendio? Perchè era la prima cosa che aveva pensato?
Il calore gli investì il braccio, così come tutto il fianco sinistro. La testa si voltò ora verso destra, ora verso sinistra. Lì alla fonte del calore, costituita da una vasta biblioteca in fiamme allegramente appiccate da un tipetto con gli occhietti rossi. Il grugnito perfettamente udibile alle orecchie di tutti sovrastò il fuoco che scoppiettava divorando una presunta biblioteca reale.
Ora sei contento, razza di scimpanzè-che-ha-bisogno-di-dormire? Tch..
Si alzò con una capriola all'indietro e posò la mano destra sul pomo della spada, guardandosi attorno.
Una biblioteca priva di lampade e finestre, circolare e come notato prima in fiamme. Avrebbe voluto sfasciare il cranio a furia di pugni a quel genio della cazzuta lampada che aveva deciso di dar fuoco alla camera.
L'intelligenza fatta persona! Circondati da libri, e tu dai fuoco! Dio cristiano, vorrei tanto un tuo autografo in quanto persona più TONTA di tutto il millennio..bah.
Notò altre persone, e contando anche sè stesso notò che erano cinque in tutto. Cinque...un numero poco propizio. Non a lui.
Due avevano l'aspetto di umani, armati pesantemente di armi e corazze. Paladini? Probabile. Non sicuro, ma probabile. Anche se fosse non gliene poteva importare di meno. Lo scimpanzè doveva essere un tipo in grado di controllare il fuoco (Djinn?..), mentre una ragazza (l'unica del gruppo) era molto meno adatta al combattimento armato. Lo si vedeva dall'aspetto e dalla sua lingua lunga (doveva aver detto un bel discorso nel frattempo, ma era troppo occupato a insultare il Titano del Fuoco per ascoltare altro). Forse era una Discepola del Fuoco Fatua?
Non se lo chiese ancora. Non era il tempo di indugiare e seguì sia la ragazza che quel pazzo avventato. Tenne la mano sul pomo stringendolo con forza tale da far sbiancare le nocche, per evitare brutte sorprese. L'ultima cosa che voleva era essere messo KO in un momento di distrazione.
 
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Lumvorn, the Lord of Shadows™
view post Posted on 1/7/2009, 20:53




Tre giorni erano passati, e tre giorni era la scadenza per il nuovo oggetti che aveva commissionato nella bottega degli oggetti.
Prese le sue armi vestito elegante in giacca come sempre e veloce si avvio versò in negozio.
Salutò sorridendo la bella vampira che poco tempo addietro aveva passato la notte a casa sua.
Prese l'anello se lo infilò all'anulare destro e se ne andò con un sorriso malizioso.
Era tardi e aveva sete, voleva cenere.
Sia avvio verso il centro cittadino in cerca di una bella preda trovò una bella diciottenne tutta in tiro per chissà quale occasione, le sorrise mettendo in atto le sue arti illusorie.
La portò in un vicolo buio, la paralizzò con gli occhi e disse Non preoccuparti mon cherì non sarà spiacevole.
Poi sentì la terra tremare ai suoi piedi, un senso di vuoto farsi sempre maggiore, e l'oscurità ricoprirlo sempre di pi, l'ultimo ricordo restato nella sua memoria era lo sguardo impaurito della ragazzina che non capiva che diavolo succedeva.
Se per questo neanche Leon.
Aprì gli occhi, non fece nemmeno fatica ci vedeva al buio, si guardò intorno vide Kanda suo sottoposto al Dark Lady, vide Natsu il vecchio amico, vide Micheal, l'angelo scorbutico, più una discepola ed un altro paladino non li conosceva.
Mort Dieu! esclamò in francese dove diavolo sono, e dove diavolo è la mia cena!
Esclamò ancora tirò un pugno al tavolo che si disintegrò ai suoi piedi.
Poi si ricompose subito e si accese una sigaretta col suo zippo d'oro e disse Scusate la maleducazione, deduco anche voi come me vi siete ritrovati qui.
Sentì la discepola parlare in modo sgarbato con tutti veramente maleducata mademoiselle le disse.
Poi disse <b>Leon LeRoy<, Sovrintendente della Rosa Rubiconda per chi non mi conoscesse/b> e fece un inchino.
Poi senti un calore e vide il nervoso Natsu lanciare una palla di fuoco e andarsene scaridnando una prote.
Si coprì gli occhi con il bracci, non amava il fuoco ovviamente, quel posto sarebbe bruciato molto presto.
Si affrettò a seguire l'irascibile titano fuori dalla porta eventuali trappole avrebbero prese prima lui ma comunque stava all'erta. Non prima di aver preso un libro ed esserselo portato fuori, lo sfogliò e scopri che tutte le pagine erano bianche, lo tenne con se e aspettò,
 
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Franlook
view post Posted on 2/7/2009, 09:16




Stavo per attaccarlo , quel maledetto Trickster non mi avrebbe giocato un brutto scherzo se l'avessi preso di spalle. Presi la rincorsa e gli stavo per caricare un pugno in pieno stomaco quando un vortice non mi risucchiò.
Dopo poco mi ritrovai in una stanza che bruciava , dovevo muovermi ad uscire di lì , non sapevo nemmeno dove fossi capitatoma dovevo fuggire , le fiamme non erano ancora alte e così mi misi a volare , almeno avrei anche evitato eventuali trappole poste a terra.
Entrai in un corridoio andai avanti per un po' sentivo dei passi , non ero da solo così seguìi il mio udito . ma non mi aiutò affatto visto che non erano passi ma grature strane ch martellavano sul muro , erano diventati pazzi , chissàper colpa di chi ... Da li non si poteva preoseguire così decisi di tornare indietro e cercare un altro corridoio
 
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view post Posted on 2/7/2009, 10:26
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Capitolo I
Una voce incantevole




Tutti e sette erano giunti a destinazione, nessun errore, nessun imprevisto.
Ogni cosa era andata per il verso giusto.
Erano arrabbiati, ovvio che lo fossero. Chi per un motivo, chi per un altro, ma tutti avevano i nervi già girati.
E poi, c’era la frustrazione. Quel sentimento che domina le persone quando non si sa perfettamente cosa ci si debba aspettare.
Si, che emozioni forti, Princesse Miroir le adorava.
Erano state diverse le reazioni: chi si era sentito spaesato e confuso; chi era diventato immediatamente suscettibile; chi già aveva messo in chiaro che ogni cosa era fastidiosa, in quel momento: e non era riferito solamente al luogo.
Il titano fece addirittura andare in fiamme la piccola biblioteca, prima di scardinare la porta con un calcio e uscire fuori da lì, seguito da tutti gli altri che, ovviamente, preferivano non fare una brutta fine.
Sciocchi. Sciocchi e divertenti.
Quando anche l’ultimo –un angelo bianco- fu uscito dalla biblioteca circolare, una vampata di fuoco, lo stesso appiccato dal titano, fuoriuscì dalla porta, come uno sbuffo improvviso e violento, che si diresse veloce verso i sette mal capitati, rischiando di investirli e di incenerirli all’istante.
Ma appena la vampata di fiamme li avvolse, creando una sottospecie di piccolo mulinello dalle lingue infuocate, tutti poterono accorgersi che quel fuoco, in realtà, non bruciava.
Se vi avessero passato una mano attraverso, non avrebbero avvertito nulla. Sarebbe stato come toccare l’aria.
Fu il tempo di qualche secondo appena, quello necessario a far comprendere loro la realtà, e la vampata si ritrasse nuovamente nella stanza, spegnendosi esattamente come era divampata. Un batter di ciglia ed ecco che la biblioteca tornò esattamente quella di prima: ogni libro al suo posto, ogni scaffale completamente intatto. Anche il volume ‘rubato’ dal vampiro, scivolò via dalle sue mani senza troppe difficoltà, e tornò ad occupare l’unico posto vuoto rimasto tra le mensole.
Poi, all’improvviso, la porta –anche lei di nuovo aggiustata- si chiuse velocemente, producendo un botto che si disperse come un’eco per tutto il castello.
Seguito da ciò, ci fu una serie di altri piccoli rumori: sembravano tutti scatti di serratura, come se qualcuno si stesse apprestando a sigillare dall’interno ogni stanza.
Lo stesso successe anche con la biblioteca: se avessero provato a riaprirla, non ci sarebbero riusciti.
Si trovavano in un corridoio, talmente lungo da sembrare che entrambe le sue vie procedessero all’infinito. Questa volta, però, non era più al buio, anzi una forte luce entrava dalle finestre che coronavano la parete esterna, quasi accecandoli: all’infuori, il sole splendeva alto nel cielo.
Ma ancora una volta, sarebbe stato come non sentirlo. I suoi luminosi raggi sfioravano i loro volti e ogni lembo di pelle che lasciavano scoperta, ma non scaldavano. Era come se non fosse realmente presente, però c’era e illuminava il lungo corridoio.
Le ampie finestrone, affacciavano su un giardino gigantesco e ben curato: immerso nel verde e colorato da numerosi fiori, assomigliava tanto ad un ‘piccolo angolo’ di paradiso. C’erano persino degli uccellini che fischiettavano allegri e delle farfalle che svolazzavano qua e là, bagnandosi ogni tanto con l’acqua che zampillava da una splendida fontana, che portava raffigurata una donna dell’antica grecia.
Forse Venere, chissà.
Poi, una dolce canzone giunse alle orecchie del gruppetto. Era una voce melodiosa e candida, così bella da irretire ogni senso.
Proveniva dal giardino e se i sette si fossero affacciati alle finestre, avrebbero potuto vedere la bella fanciulla con la voce tanto ammaliante.
Era una ragazza, all’incirca sui diciassette, forse diciotto anni.
Ed era bellissima: capelli lunghi e setosi, neri più dell’ebano. Labbra rosse e piene e una pelle bianca e levigata, più candida di fredda neve.
E se ne stava lì sotto, seduta sulle scale a destra del giardino, con un secchiello stracolmo d’acqua e sapone in grembo e una pezza nelle mani, che passava sui gradini, per ripulirli.
Era vestita di soli stracci: una magliettina sbiadita e consumata; una gonna completamente lacerata e dei sandali praticamente distrutti.
Eppure, sorrideva. La bella sconosciuta sorrideva e cantava, come se non fosse costretta a lavori da schiava, ma stesse tranquillamente allietando degli spettatori in un concerto.
L’unico modo per raggiungerla – e anche per uscire da castello – erano quelle ampie finestre. Ma se qualcuno avesse provato a varcarle, sarebbe stato immediatamente sbalzato indietro, colpito da una potente scossa elettrica.
Non era loro permesso uscire, non ancora.
Ma solo se qualcuno di loro avesse toccato la barriera, sarebbe apparsa una scritta, che si librava in aria e recitava le seguenti parole:

“Se uscir dal castello vuoi
Affida il tuo intuito a noi
Solo la regina sa come fare
E la barriera dal castello levare.
Quindi trovala presto
Ma non esser troppo lesto.
L’unico indizio che darti possiamo
Utilizzalo a tutti spiano.
Eccolo qui è questo
Pensaci e sii modesto!

-Lontano dagli occhi, lontano dal cuore-”



La scritta aleggiò in aria per qualche minuto, dando a tutti il tempo di leggere.
Poi si dissolse lentamente, finchè l’unica cosa che i sette avrebbero potuto vedere fuori dalla finestra non fosse stato un panorama stupendo, rischiarato da quel sole illusorio.
L’indovinello parlava chiaro: per uscire dal castello dovevano trovare la regina e scegliere quindi una delle due vie del corridoio.
Destra o sinistra?
Solo una avrebbe portato alla regina, l’altra li avrebbe portati a una penitenza.






CITAZIONE
Obiettivi:
-Perlustrare il castello
-Risolvere l'indovinello
-Trovare la regina

CITAZIONE
Dritte:
-Per far scattare l'indovinello qualcuno deve per forza toccare la barriera, non importa chi.
-Non è necessario che tutti seguiate la via che sceglie il primo: ognuno dovrà risolvere l'indovinello da se e intraprendere la via che ritiene corretta. Coloro che sbagliano NON verranno esclusi dalla Mini-Quest, ma dovranno fare una penitenza.

 
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Franlook
view post Posted on 2/7/2009, 10:34




Restò un attimo a pensare a quelle parole , tutti si guardavano perplessi e tutti cercavano di capire che cosa si dovesse fare , lui era assorto nei suoi bensieri , prendere una delle vie , e se alla fine portassero tutte e due ad una trappola ? mah tanto valeva provare ...
Se ci sarebbe stata una trappola sarei tornato indietro , questo stupido giochetto cominciava a darmi sui nervi , così dopo aver dato uno sguardo indagatore a tutti gli altri mi diressi verso la via di sinistra , senza correre e con molta calma....
 
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*Gabriele*
view post Posted on 2/7/2009, 11:05




A quanto pare le altre persone che c’erano in quella stanza non erano esattamente di buon umore, perché al compenso Logan sembrava davvero un essere felicissimo. Ci furono vari episodi, le parole inutili della donna, che ribadì l’ovvio senza però dare alcuna soluzione, facendosi solo odiare da tutti. Il titano invece decise di esordire dando fuoco alla libreria, che in pochissimo tempo si accese incendiando tutta la stanza. Logan rise alle parole conseguenti del masnadiero che aveva incontrato in un'altra occasione, e concordò tra sé che quella del titano era stata una scemenza bella e buona.

Poco dopo si presentò il sovrintendente Leon, e Logan decise di ricambiare la cortesia

-Potete chiamarmi Logan-

Disse prima di uscire seguito dagli altri. Non appena furono usciti, vennero subito avvolti da una fiammata, scaturita dallo stupido incendio. Logan però si accorse che qualcosa non quadrava; infatti non c’era calore all’interno del mulinello. Il ciclone di fuoco poco dopo scomparì, lasciando illesi tutti i presenti e tornando all’interno della piccola stanzetta dalla quale erano usciti.

Vennero poco dopo raggiunti da una voce stupenda, che spinse Logann ad affacciarsi alla finestra per vedere a chi apparteneva. Veduta la ragazza di umili condizioni, Logan cercò di affacciarsi il più possibile per parlarle, ma venne sbalzato indietro di un metro, da una scossa elettrica che lo attraverso da capo a piedi.

Apparve una scritta, sicuramente un gran bell’enigma, che li poneva subito su due strade che li avrebbero divisi, e Logan trovava questa cosa molto sconveniente. Tanto che decise di vincere la sua solitudine e di cercare di formare un alleanza. Ma non fece in tempo a parlare, che il crociato se ne andò per una strada, senza proferire parola.

-Non credo che facendo ognuno per sé arriveremo a qualcosa, è vero che in un'altra occasione ci azzufferemmo fino ad ammazzarci, ma siamo tutti sulla stessa barca e credo che dovremmo proseguire insieme se vogliamo portare a casa la pelle e tornare da dove siamo venuti, per esempio dovremmo cominciare a interpretare l’enigma, e forse riusciremo a trovare questa regina-

Ma, vedendo che nessuno considerava la sua proposta, decise di tentare la fortuna e andò a destra

Edited by *Gabriele* - 4/7/2009, 15:50
 
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~Mikashi
view post Posted on 2/7/2009, 11:25




Kanda uscì ancora sbalordito dalla potenza che un titano del fuoco poteva dimostrare in un momento di ira,ma appena uscito dalla stanza un'ultimo potente vampata di fuoco sembrò dirigersi prepotentemente verso i sette ma,appena sembrò che le fiamme stessero per avvolgerli,si trasformarono in un grande mulinello infuocato;Kanda non rischiò e non lo toccò,ma a sentir gli altri,quelle fiamme non bruciavano,tempo di avvertire questa assurda sensazione e quelle fiamme si ritirarono nella biblioteca buia per poi spegnersi in un batter d'occhio,avvenuto ciò la porta sfondata si rimise al proprio posto per poi essere chiusa a chiave come ogni altra porta del castello che li imprigionava.
Un altro strano effetto fu la luce abbagliante del sole che entrava dalle grandi finestre,anche se era molto forte,al contatto con la pelle non si sentiva alcuna sensazione,possibile che come aveva già pensato tutto quel paesaggio fosse una illusione di un discepolo?Ma quanto potente doveva essere per creare tutto ciò?Proprio per questo motivo escluse questa ipotesi.
Qualcos'altro però entrava dalle finestre,entrava il melodioso suono di una canzone cantata da un sguattera del castello che era intenta a pulire degli scalini.
*l'unica via d'uscita pare siano le finestre,ma non voglio toccare niente,potrebbe essere una trappola.*
Kanda prese la sua Magnum e sparò un colpo contro la finestre e succesivamente contro le mura del castello,entrambi i colpi furono deviati da parti opposte,era chiaro che c'era una specie di barriera magica che proteggeva le eventuali uscite più rapide ma la situazione si faceva ancora più strana:Dopo aver colpito le mura un messaggio apparve in aria.

“Se uscir dal castello vuoi
Affida il tuo intuito a noi
Solo la regina sa come fare
E la barriera dal castello levare.
Quindi trovala presto
Ma non esser troppo lesto.
L’unico indizio che darti possiamo
Utilizzalo a tutti spiano.
Eccolo qui è questo
Pensaci e sii modesto!

-Lontano dagli occhi, lontano dal cuore-”



Kanda lo lesse e guardò le due vie...
*gli occhi vedono la realtà e perciò lontano dagli occhi potrebbe significare che ciò che vediamo no è la realtà mentre lontano dal cuore potrebbe indicare la via da seguire...il cuore nel corpo si trova a sinistra perciò...*
Kanda rinfoderò la magnum e estratte le due katane e si diresse deciso verso destra preparandosi per una eventuale penitenza..
*speriamo che sia come penso...*
 
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~ Chreamisis
view post Posted on 2/7/2009, 13:08




Dietro lui, nella sala in fiamme, apparvero altre due persone: il Sovrintendente LeRoy (Oddio, ora vedo tutto più rosa... pensò acidamente l'Arcangelo) e un altro personaggio. A giudicare dalle sue apparenze, era la persona peggiore di tutta la gente che lo attorniava. E, perchè no, perfino dello scimpanzè e dello snob Campione.
Era un Crociato. Uno di quegli arroganti angeli, inutili servitori di un falso dio e di una falsa religione. La presa sulla spada divenne ancora più forte e decisa, l'astio razziale che prendeva forma sotto la pelle del Masnadiere. Quell'inutile rifiuto agiva di idea sua, come se il fatto di essere circondato da gente ostile non lo turbasse minimamente. Bene. Avrebbe trovato il modo, in tal caso, di rovinarlo.
Ma non ora: vi era da sistemare il problema principale. Uscire da quello strano posto, dove le fiamme non erano fiamme e i decerebrati nascevano sotto i cavoli.
Era apparentemente un posto di dimensioni notabili, perchè una biblioteca di quel genere non poteva avere locali molto più piccoli ad affiancarla in quello che poteva essere un palazzo di un signore. Si, un signore, perchè la serva dalle apparenze irrealmente soavi non era certo di proprietà di un comune contadino. Ella era divisa da quelli che ora erano sette (Numero in ogni caso poco propizio.) da una finestra. Una finestra priva di tende o vetri. Era un buco nella parete, insomma.
Un tizio che sembrava aver detto di chiamarsi Logan si avvicinò alla 'finestra', incantato evidentemente dalla voce della ragazza, ma ne risultò una scossa elettrica (Una Sirena..l'avevo detto che i demoni assumono sempre le forme femminili) che lo fece allontanare. Il suo canto era degno di una cantante d'opera, tale da soggiogare le menti più ingenue e semplici e perfino creare un senso di pace nello spirito di Michael. Pace che non aveva provato da oltre 2000 anni...
Lesse attentamente le parole, rilassandosi ed estendendo le percezioni dei sensi grazie alla tranquillità.
Enigmi..Lontano degli occhi..e dal cuore..il cuore umano?
Gli altri avevano avuto la stessa idea, e si stavano tutti dirigendo a destra.
Ah. Allora non ci vado. Preferisco meno gente e comunque è troppo semplice..una regina che crea a distanza barriere elettriche imprigionandoci e giocando con noi dovrebbe inserire indovinelli tanto banali? Too trivial..
Toccò con il guanto metallico la finestra, isolando la scarica elettrica della barriera grazie al materiale del quale era fatto, e rilesse le parole. Assicurandosi che nessuno lo attaccasse, o comunque lo attaccasse senza preavviso, osservò il giardino e la ragazza come fossero un quadre. Mormorò qualcosa del tipo Non vuole vedere..opposto..lontano..cuore..essenza? E se fosse il rimbalzo dell'ambrosia..Tch..questa regina..spero per lei che ne valga la pena.
Indi si avviò verso sinistra, facendo tentennare gli artigli, e avvertendo la ragione che lo aveva accompagnato svanire sempre più sospirò. Si: decisamente doveva valerne la pena, per allontanarsi da quel canto celestiale intraprendendo uno dei due corridoi e quindi allontanandosi dal suo canto.
 
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view post Posted on 4/7/2009, 14:45

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Fuoco. Il fuoco non le piaceva.
O meglio, non solo non le piaceva: lei detestava il fuoco e tutto ciò che le ricordava il fuoco; ricordava che una volta, da bambina, una cameriera le aveva reglato un braccialetto con tanti piccoli soli di metallo e lei si era rifiutata di indossarlo perchè, aveva detto, il sole le ricordava la luce e il caldo. E lei non poteva sopportare luce e caldo.
Di conseguenza, non appena si accorse che quelle fiamme sembravano intente a sfidare ogni legge naturale che le avrebbe trattenute nella biblioteca pur di avvilupparsi intorno al gruppetto che intanto si era fatto più numeroso, la paura e l'orrore si impossessarono di lei.
Fu panico di breve durata.
Socchiuse gli occhi aspettando di sentire la pelle bruciare e l'aria mancarle dai polmoni, ma questo non accadde.
Dissimulò lo stupore mentre riapriva gli occhi e realizzava che quel fuoco non bruciava. Neppure era caldo.
Credeva che i prodigi fossero finiti ma si sbagliava di grosso: la biblioteca tornò al suo posto come se mai il fuoco l'avesse devastata e la pesante porta si chiuse. Aveva studiato per molti anni la magia e sapeva bene che quel prodigio non era cosa da poco.
Non potè celare un poco di rammarico quando si rese conto che la biblioteca era, e sarebbe rimasta, chiusa: amava i libri e sapere di aver perso l'occasione di esaminare con maggiore attenzione quei preziosi volumi la indisponeva.

Rassegnata, trannenne la tentazione di intavolare una lite con il pazzo piromane che aveva causato tutto quello che era accaduto e proseguì lungo l'unico corridoio percorribile dietro al gruppetto di cui era l'unica rappresentante del gentil sesso, e quindi, l'unica assennata.
Era molto luminoso, eppure aveva freddo.
Una voce soave e civettuola canticchiava, non le ci volle molto ad identificarne la fonte.

La sua attenzione fu poi catturata dallo spettacolo che le si parava davanti: l'uomo che si chiamava Logan aveva tentato di raggiungere la sciacquetta che canatava sotto le finestre ed era stato sbalzato indietro.
Sorrise. Quella buffoncella che sembrava avere tutte le intenzioni di assimilarsi alla Biancaneve delle favole, canticchiando probabilmente in playback e sbattendo le ciglia da cerbiatta, fingeva di non accorgersi della loro presenza.
Vedendo l'intero gruppo dei suoi compagni di viaggio cercare un modo per avvicinarla la fece sorridere: gli uomini erano proprio tutti uguali.
Lesse l'indovinello e sorrise: non le sembrava poi così lontana dagli occhi quella ragazza e non era sicura che sarebbe stata una buona idea raggiungerla; dopotutto LEI non era interessata a tentare approcci con la bella donzelletta.
La maggior parte di loro prese la via di destra.
Lontano dagli occhi....Lontano dal cuore.
Non le interessava quello stupido indovinello, in realtà. Se le strade dovevano dividersi non avrebbe certo seguito il fan club della giovane canterina, quindi, alla fine, optò per la via di sinistra: sarebbe stato più facile sopportare due esseri non pensanti discreti piuttosto che il genio che aveva pensato bene di affacciarsi dalla finestra per chiedere alla ragazzetta un appuntamento.


Edited by *Ametista* - 4/7/2009, 16:49
 
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~Natsu
view post Posted on 4/7/2009, 22:11




Natsu stette fermo alcuni istanti nell'attesa che il suo compagni leon scegliesse una delle due vie,dei due era quello che amava di più gli indovinelli e quello che aveva maggiore intuito,si sarebbe fidato della sua intuizione e lo avrebbe seguito daltronde loro erano i "Burning Blood"
 
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95 replies since 1/7/2009, 14:58   1436 views
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